Responsabilità medica per trasfusione di sangue infetto
Corte di Cassazione n. 8886/2020
“Sussiste responsabilità medica se l’epatite da trasfusione di sangue infetto è concausa della morte perché ha creato problemi alla coagulazione”
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Con tale recente pronuncia, la Corte di Cassazione ha riconosciuto la legittimità della richiesta di risarcimento danni avanzata dai congiunti di una signora deceduta a causa di una epatite contratta in occasione di una trasfusione di sangue (di poi rilevatosi infetto), non dando alcun rilievo alla circostanza che il suo quadro clinico fosse già ampiamente compromesso poiché tale epatite ha creato problemi di coagulazione del sangue che si sono rilevati fatali.
A parere della Suprema Corte, la causa materiale tra illecito ed evento dannoso deve ritenersi sussistente a prescindere dalla esistenza ed entità delle pregressi situazioni patologiche aventi valore concausale, ancorché non eventualmente preponderanti.
Ed invero, l’emorragia e l’insufficienza respiratoria non avrebbero interrotto il nesso eziologico tra trasfusioni infette e malattia. Non è possibile, più specificamente, contenere l’emorragia in presenza di problemi di coagulazione provocati dalla epatite.
Il solo fatto che i fattori della coagulazione provocati dalla patologia epatica possano aumentare il rischio emorragico e incrementare le probabilità di una prognosi infausta, fa sì che essi siano da considerarsi concausa del decesso.